Content strategy e Coronavirus: la corretta comunicazione aiuta a ripartire di slancio
L’altra mattina ho raccolto lo sfogo di un piccolo industriale del territorio. «Che disastro - mi ha detto - La pandemia ha colpito la mia azienda come uno tsunami». In un primo momento ho pensato che si riferisse al danno economico, poi ho capito che il suo discorso era più ampio:«La chiusura della sede e il passaggio allo smart-working – ha raccontato – ci ha costretto a cambiamenti epocali. Sì, è vero, gli strumenti li conoscevamo già. Varie volte avevamo partecipato a video conferenze con clienti e fornitori, ma erano eventi rari. Da marzo a oggi, invece, per comunicare non solo con gli stakeholder, ma anche tra di noi, le videocall sono quotidiane».«Purtroppo – ha aggiunto -  soffro molto questa situazione. Senza contatto umano mi sembra di non essere più in grado di gestire rapporti d’affari e, tantomeno, il lavoro dei collaboratori. Percepisco inoltre le difficoltà  della forza vendita nel chiudere le trattative. Quel che è peggio, è che non sono crollate solo le vendite tradizionali, ma anche quelle online, che pure non sono mai state sospese».
E’ evidente allora che la crisi innescata dal Coronavirus sta cambiando il nostro modo di comunicare. Chi ha un’azienda e un brand da sostenere si sta confrontando con una  rivoluzione comunicativa dalla quale, per sopravvivere, deve uscire in fretta e da vincitore. 
La storia insegna che a ogni disastro sono seguite straordinarie occasioni di rinascita e sicuramente sarà così anche questa volta. Ma l’imprenditore preoccupato riuscirà a trasformare il disastro in opportunità? Io penso di sì, agendo su due fronti. Prima di tutto credo debba adeguare la comunicazione interna a quelle esigenze di sostenibilità, sensibilità e immediatezza indispensabili in questa fase, valorizzando il proprio capitale umano affinché sia stimolato a moltiplicare gli sforzi per pensare a nuove idee in vista della ripartenza. Quindi, dovrà improntare la propria content strategy a una linea di rinnovata franchezza e responsabilità. Il tono di contenuti e comunicazioni rivolti ai potenziali clienti dovrà essere adeguato alla gravità del momento, ma tranquillizzante. Così facendo credo possa riuscire a mantenere viva la brand awareness e coesa la community.
Potrebbero essere positive strategie che intercettano le esigenze della platea utilizzando in modo sapiente la leva commerciale. Per esempio, periodicamente potrebbe apparire del tutto naturale il lancio di un’offerta speciale online di durata limitata nel tempo, studiata per rispondere alle esigenze di una determinata fascia di pubblico. 
Servono realismo e sincerità perché il virus sta restituendo valore ai nostri “valori”. L’ho capito dalla frase con cui questo imprenditore mi ha salutato: «Sarò orgoglioso del mio operato solo se vedrò il sorriso sul volto del mio personale e se riceverò riscontri positivi da parte di clienti soddisfatti».