Il primo like a un mio post su Facebook mi ha dato soddisfazione. Era il dicembre del 2008 e da quel momento è iniziata la mia personalissima rincorsa ai “Mi piace”. Volevo riempire la mia pagina di contenuti che riscuotessero consensi, per essere riconosciuto e memorizzato dai miei “amici”.

Oggi, dodici anni dopo, Facebook è indispensabile per tutte le aziende che hanno una digital strategy ben studiata. Web agency e professionisti del marketing trascorrono ore sulla piattaforma social più diffusa al mondo per promuovere brand, prodotti e iniziative di fidelizzazione.

Ma la mia impressione è che il suo futuro sia più complicato di quanto si possa pensare. Me ne rendo conto curiosando tra i vari social spuntati come funghi negli ultimi anni. Facebook con il tempo è diventato è un po’ come la Rai: è iper generalista. Ci trovi Andrea Cabiati con le sue passioni, ma anche il panettiere del quartiere; la signora Marisa che condivide post impertinenti e la Parrocchia che pubblica preghiere; canali che diffondono fake news, ma anche la pagina del “Corriere della Sera”. Un vero marasma che impone più di una riflessione a chi preferisce lavorare in prospettiva. Alla luce di tutto questo non appare certo un caso che Linkedin, secondo uno studio del Center for Marketing Research-UMass Dartmouth, sia già oggi più utilizzato dalle aziende, del geniale prodotto della mente di Mark Zuckenberg.

In effetti, al marasma di Facebook, Linkedin contrappone una maggior settorialità. Infatti, è la piazza virtuale in cui s’incontrano i professionisti, persone che più o meno parlano la stessa lingua, che sanno apprezzare ciò che gli altri utenti condividono ben più di quanto non accada su FB.

Nel mondo social il futuro sembra essere, dunque, appannaggio delle piattaforme più specializzate. Conoscete Fortnite? Lanciato nel 2017 da Epic Games e People Can Fly, tra gli appassionati di videogiochi è subito diventato un “must”. Si gioca in gruppo sul campo di battaglia, seguendo regole che favoriscono le interazioni tra i partecipanti. Incontrarsi su Fortnite significa fare una partita e contemporaneamente condividere le proprie esperienze con tanti amici uniti dalla stessa passione. Un pubblico esigente e ipertecnologico. Visto il successo del lato Social di Fortnite, Epic Games nel 2019 ha acquisito Houseparty, applicazione basata su videochat.

Poi ecco Tik Tok. Qui niente post, solo video, da guardare tutto d’un fiato: un altro fenomeno che cresce a tripla cifra anno su anno. Infine Twitter e Youtube, il primo in calo tra le aziende ma sempre forte, il secondo in lieve crescita.

Con tutta questa carne al fuoco, chiaro che nel settore del Social Media Managemnent ci sia  tanto fermento. Le web agency implementano i propri team specializzati selezionando professionisti competenti, profondi conoscitori di ogni dinamica e attenti alle novità. A ognuno il suo Social si potrebbe dire. E i cari vecchi“like”? Chissà che, da qui al 2030, non finiscano nel dimenticatoio. La via è indicata, l’apripista è Instagram.